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Commitment to innovation.

Marta Montoli

Cosmetic R&D Specialist

Qual era il tuo sogno da bambina?

Bella domanda. Se parliamo di sogni, avrei voluto fare la cantante, poi però crescendo bisogna affrontare la dura realtà di non avere le doti canore adatte! La musica rimane comunque una mia grandissima passione, ma che oggi coltivo come ascoltatrice.

A scuola ho sempre preferito le materie scientifiche. Da grande mi immaginavo medico. Al termine delle superiori ho provato il test di medicina, che però non ho passato. Mi sono buttata su un ambito vicino, ovvero quello farmaceutico e dopo il primo anno di farmacia ho deciso di proseguire. Credo che per essere medici serva una sorta di vocazione (anche se è un termine che ai medici non piace!). In ogni caso sono stata contenta della mia scelta.

Parlami del tuo ruolo nel settore cosmetico

Lavoro nell’ambito della Ricerca e Sviluppo. Noi nasciamo fondamentalmente come consulenti. Possiamo aiutare il cliente a risolvere problematiche o a sviluppare il proprio prodotto, esattamente come lui lo vuole. Molto spesso ci focalizziamo sullo sviluppo di formule innovative, in termini di struttura, texture o ingredienti, rispettando eventuali richieste di esclusione o inclusione. Inoltre, possiamo dare supporto con una consulenza a livello teorico. In questo caso, aiutiamo i clienti a risolvere i problemi che hanno riscontrato sulle proprie formule già presenti sul mercato o in fase di produzione.
Infine, c’è tutta la parte di consulenza regolatoria, ovvero la raccolta e la valutazione di quelle informazioni necessarie affinché il prodotto possa essere immesso sul mercato.

Come sei arrivata a fare questo lavoro?

Come dicevo, durate gi ultimi anni di liceo ho capito di avere una propensione per le materie scientifiche, tra cui la chimica. Per questa ragione ho scelto di provare il test di medicina (che non ho passato), per poi ripiegare sull’ambito farmaceutico. Mi ha sempre attratto la figura professionale del farmacista, molto spesso è il primo riferimento per chi non sta bene; inoltre ho sempre trovato affascinante capire il funzionamento di determinate molecole sul nostro organismo.
Sono stati 5 anni di studio tosti, non so se avrei l’energia per rifarli, ma sono estremamente soddisfatta della mia scelta.

Arrivata al momento della stesura della tesi, mi sono trovata di fronte a un bivio. La prima scelta (neuroscienze) l’ho scartata per via dello sbocco professionale che non mi convinceva particolarmente. Ho quindi deciso di fare una tesi sperimentale in ambito cosmetico nel laboratorio del Dottor Rigano a Milano. È stata una scelta difficile, ma che ha ripagato sicuramente gli sforzi. Per 13 mesi ho lavorato 8 ore al giorno, dovendo nel frattempo concludere gli esami, per poi terminare con la stesura della tesi.

In quei mesi ho appreso il metodo di lavoro e ho costruito una fiducia nelle mie capacità sempre maggiore. Poi, ovviamente, il fattore fortuna c’entra sempre. Io pensavo che ci fossero persone più pronte di me a stare qui, ma grazie all’impegno e al supporto di alcune persone, in particolare Nicola Lionetti (R&D Specialist), ho avuto la possibilità di proseguire con questo lavoro.

Come descriveresti la tua giornata tipo? Lavori in un team?

Per arrivare a Milano senza intoppi parto presto, all’inizio della giornata preferisco concentrarmi senza distrazioni per organizzare mentalmente il da farsi della giornata (anche se poi ci sono sempre imprevisti, si sa). Mi piace anche dedicare un po’ di tempo per prendermi cura del laboratorio e mantenere tutto in ordine, in modo tale da lavorare in modo più produttivo.

Io e la mia collega Miriam Deola (R&D Specialistci occupiamo ciascuna dei progetti che ci vengono affidati, con il supporto e la supervisione di Nicola. Poi in laboratorio si alternano ragazze e ragazzi che vengono per tesi, master e altre attività, a cui affidiamo i compiti più operativi.

La gestione delle persone, specialmente all’inizio, è piuttosto impegnativa, però spero di trasmettere la passione a tutti i ragazzi e le ragazze che vengono nel nostro laboratorio. Insomma, non possiamo definirlo team come accezione classica, però posso dire che faccio squadra con Miriam, ci confrontiamo per risolvere i problemi più ostici. 

Hai avuto un inizio di carriera estremamente movimentato! Come sei cambiata?

Sono qua da gennaio del 2015, quindi 9 anni. Fa un po’ impressione perché comunque sono passati in fretta. Devo dire che sono stati 9 anni in cui mi sono appassionata tantissimo al mio lavoro, in cui mi sono concentrata sul miglioramento personale e sulla crescita professionale. Penso di potermi ritenere soddisfatta, ma c’è ancora molto spazio per crescere!

Sono molto più consapevole delle mie capacità e delle competenze che ho acquisito. Però la mia paura più grande resta sempre, ovvero quella di sentirmi non all’altezza della situazione. Con gli anni ho imparato a gestirla, e questo mi ha aiutato molto, ma mi rendo conto che questo non mi fa rendere al 100% e mi limita nella vita lavorativa. Dicono che il primo passo per risolvere un problema sia riconoscerlo, per cui speriamo di migliorare ancora. 

Cosa ti appassiona di più del tuo lavoro?

Il fatto che è dinamico e difficilmente noioso. In questo laboratorio abbiamo la possibilità di vedere tantissime sfaccettature dello sviluppo di un prodotto cosmetico, dalla formulazione fino al prodotto finito.

Abbiamo anche la possibilità di scrivere articoli scientifici, fare corsi di formazione e presentazioni.
È un lavoro che richiedere sia metodo e precisione che creatività. Spesso i lavori sono molto sfidanti e questo mi stimola molto.

Quali sono le persone che ti sostengono di più?

Sicuramente la mia famiglia. Con loro posso essere me stessa al 100% e avere supporto in tutte le mie scelte, lavorative e non. Poi la mia famiglia acquisita, ovvero i miei amici, ormai sono quasi 20 anni che mi sopportano!

Sul posto di lavoro ho confidenze diverse in base al ruolo, credo che ci sia nel complesso un bel clima, che non è così scontato. Bisogna sempre cercare il giusto equilibrio per andare d’accordo e lavorare in armonia, trovo molto utile potermi confrontare anche con il mio responsabile. Lo dico consapevole nel mio carattere a volte un po’ spigoloso!

Rimanendo in tema, ci sono persone che hanno segnato la tua crescita lavorativa? 

Sicuramente sono riconoscente verso il Dottor Rigano per avermi dato la possibilità di restare in laboratorio dopo il mio periodo di stage, ma è Nicola Lionetti che devo ringraziare maggiormente per avermi dato fiducia e per avermi permesso di imparare molto e di crescere professionalmente.

Come hai vissuto il passaggio dalla vecchia direzione a LabAnalysis? 

L’ho vissuto meglio del previsto, considerando che i cambiamenti mi spaventano. Sicuramente è stato un cambiamento positivo, soprattutto per la crescita aziendale e personale. Da questo punto di vista sono molto fiduciosa, chiaramente alcune dinamiche lavorative sono cambiate, ma questo può servire anche da stimolo.

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